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Visualizzazione dei post da novembre, 2022

LA FELICITA’ COME LA QUALITA’ DELLA LIBERTA’

  La libertà: come il “merito” anche questo è un concetto assai viscido e scivoloso. Ma come? La libertà è un valore assoluto, ci sentiamo ripetere a ogni piè sospinto. Certo si può declinare in molti modi ma talvolta clamorosamente contradditori. Tutto dipende dall’aggettivo che gli si mette a fianco. La libertà senza alcun aggettivo non ha alcun significato, è astratta, vuota, analogamente al concetto di individuo. Libertà da cosa? Libertà per chi? Queste sono le domande che occorse farsi. La coscienza dell’uomo è costituita dal suo essere sociale determinato storicamente. Quindi, tanto per cominciare, il concetto di libertà non è un valore assoluto (e tanto meno eterno) bensì relativo al tempo storico e alla posizione che ognuno di noi ha nel consesso sociale (classe di appartenenza).   Nella società contemporanea la libertà viene sempre accompagnata dall’aggettivo “individuale”. Ma anche l’abbinamento di questi due concetti (libertà e individuo) ha due aspetti tra loro...

SOCIOLOGIA DELLA MODERNITA’: MECCANISMI DI CONSUMO E DOMINIO

  Qualche tempo fa, passando davanti al Moleskin Cafè in Corso Garibaldi a Milano (come succede oggi, e forse ancor di più, davanti a qualunque altro locale “cool”), si potevano vedere moltitudini di giovani che s’adoperavano sulla tastiera dei loro computer, tutti della mela morsicata. In questa semplice immagine (che appare assolutamente inoffensiva) è racchiusa tutta la potenza del SIMBOLICO nell’ambito del consumo nella società contemporanea. C’è da chiedersi se tutti quei trentenni sono dei progettisti industriali o dei grafici freelance. Immaginiamo di no altrimenti non starebbero lì ma da qualche altra parte a lavorare. Probabilmente stavano “navigando” in rete a cazzeggiare o utilizzando un normalissimo word processor per redigere il proprio curriculum vitae (nel formato europeo, per carità!) nella speranza d’andarci (ovviamente a lavorare).   E allora perché tutti avevano un computer Apple e tutti erano seduti al Moleskin Cafè ( et similia) visto che quei comp...

LA SINGOLARE STORIA DELLA NASCITA DI UN “ROMANZO BREVISSIMO” DA LEGGERE CON LA PANCIA

  Per una Selva (oscura) ché la diritta via era smarrita, quelle pagine ce le ritrovammo nelle… nostre mani. Poca cosa, trenta paginette, strampalate e disordinate. Le pesammo: nemmeno mezzo libro, al massimo un racconto. Il cestino, subito, ci indusse in tentazione, era lì, affamato, che aspettava di cibarsi dei nostri scarti. Ma una voce presuntuosa, che usciva da un foro dell’Inferno, cominciò a dire: Che fate? Non dite che siete la CRITICA, che siete NESSUNO, l’ODISSEO che vuol capire la realtà, che il vostro percorso è di felicità? Appunto, ci siamo detti, più convinti che mai. Possiamo giudicare dal peso? Non è da noi! Un grammo può contenere un mondo mentre una tonnellata può esser vuota. Lo facemmo: leggemmo quelle poche paginette: una vita zampillava.   In mezzo al Sahara della letteratura, dove l’acqua che regala la vita è un miraggio menzognero, scorgemmo (forse orbati dai nostri stessi intenti, chi lo sa?) una sorgente: fresca, vivace, saltellante. Una esilaran...

Una potente palla di vetro svela l'arcano delle strane elezioni perdute

  Con questo articolo/racconto inizia la collaborazione con SILDENEPRO, il Fantasista Ribelle. E in un futuro non tanto prossimo ne vedrete delle belle! Stiamo lavorando col SILDE, metteremo in piedi botti e fuochi d’artificio, in un concerto jazz che farà traballare le coscienze omologate ma che farà rivivere i sopiti spiriti ribelli.   Una potente palla di vetro svela l'arcano delle strane elezioni perdute   (racconto contingente di Sildenepro.)                            dedicato a Lula che ha sconfitto il Bolso,                   sciagura dell'Amazzonia e dei nativi                              ...i nomi dei poli...

SENZA UNA STELLA SOPRA LA TESTA

Di seguito pubblichiamo un articolo di Giovanna Vignato autrice del libro “Senza una stella sopra la testa” pubblicato da Edizioni del Mondo Offeso.   «Ma insomma di che cosa parla questo libro?». «Be’, non so dirti proprio bene. Faccio fatica a dirtelo perché dopo averlo scritto è quasi impossibile dire di che cosa parla un libro. Leggilo che poi mi dici tu». «Sì che lo leggo, dimmi solo se è uno di quei libri che parlano di niente, quelli che tu ne hai a decine». «Sì sì, anche sì, se vuoi. Però, sai, sul niente bisogna intendersi. Non c’è un delitto, non c’è un’indagine, questo è certo. Non c’è nemmeno un messaggio forte, sai, come una volta si usava. Comunque c’è una storia, anzi sicuramente due. Sì, due, senz’altro. Forse di più». «Vabbè, allora il niente su cui dovremmo intenderci me lo spieghi dopo. Intanto almeno due storie è già qualcosa. Dimmi dov’è ambientato». «Due posti. C’è una donna in una casa che racconta di un paesino di confine, e allora il primo posto è questo pa...