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Piovono le bombe. A Gaza. Piovono le bombe.

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CESSATE IL FUOCO! LA PALESTINA NON DEVE MORIRE.

 

LETTERA APERTA AGLI SCRITTORI

  Cari scrittori, se cercate il successo e la visibilità non facciamo per voi. Se cercate grandi vendite non facciamo per voi. Se cercate un piano di marketing editoriale non facciamo per voi. Se cercate un lavoro collettivo, il confronto e la cura allora facciamo per voi. Se cercate un editore che s’innamora della vostra Opera, facciamo per voi.   Il nostro obbiettivo è valorizzare l’Opera, al massimo delle nostre capacità.   Quali sono le nostre peculiarità? La passione. L’indipendenza. Le competenze. Il lavoro collettivo. La non competitività. La cura. La libreria come canale di promozione e vendita con quindici anni di esperienza e fidelizzazione nel rapporto con il pubblico. La condivisione dei significati all’interno delle Opere.   Il lavoro collettivo con l’autore. Un processo di costruzione condiviso e praticato attraverso un confronto profondo e alla pari per il progetto libro in ogni sua declinazione, stilistica e pratica. Sia per la parte redazionale che per la parte di revi

LAMERICA

  In questi tempi… in cui l’umanità viene calpestata nel nostro mare, in cui le navi cariche di migranti vagano in attesa di porti, in cui l’attuale governo di destra vuole rinnovare l’accordo per riportare quei disperati nei lager, pubblichiamo una poesia di Chiara Cretella tratta dal testo dello spettacolo teatrale “Rumore” di Barbara Balzerani e Item Maestri, spettacolo prodotto nel 2003 dalla compagnia Macchine Teatrali.   LAMERICA   Dopo quaranta giorni vedemmo il sole, era strano, lattiginoso come la spuma marosa che ci portava ho pensato di sognare, su quel pancione ingrossato latte di bimbo che ammazza ero senza risposta una traversata universale il cielo e la terra uniti in un’unica notte stellata nella stiva della nave, ed io, piccola cosa bionda preda rosea affianco ai rapaci della sera avvoltoi sulla mia cerniera ma era uguale, lasciarsi prendere o dormire soffrire o gioire era la medesima spugnosa cosa che mi attraversava e non mi toccava forse la prima notte quando salita

DISERTATE

 Riportiamo un articolo di Franco Berardi "Bifo" comparso su Not Nero che condividiamo   La guerra della Nazione nella terra del declino FRANCO «BIFO» BERARDI Leggo le parole di vecchi compagni Leggo le parole di vecchi compagni che incitano a mandare armi al popolo ucraino che combatte contro l’invasore. Come dice Gad Lerner in un suo recente intervento sul tema, “stiamo camminando a piedi nudi su vetri infranti”, perciò rispetto i sentimenti di quei miei vecchi compagni, ma spero di non apparire cinico se li invito a riflettere sul contesto e sul senso generale del processo di cui la guerra ucraina è il catalizzatore. Sembra oggi che sia vietato pensare. Si deve prendere posizione, c’è una guerra di aggressione scatenata dalla Russia stalino-zarista, e c’è una resistenza che coinvolge la grande maggioranza del popolo ucraino. Questo lo so e mi pare innegabile. Non possiamo essere indifferenti alla sofferenza di milioni di ucraini, non possiamo essere neutrali tra chi aggred

I SOGNI RUBATI

  Secondo molti c’è in atto una grande manovra di “distrazione di massa” da parte di questo governo di destra e dei suoi fedeli e rozzi pennivendoli. Insomma cercano di convincerci che questi figuri, in vero alquanto impresentabili, parlano di tutto al fine di nascondere la loro incapacità ad agire sui temi fondamentali che ammorbano oggi la società. E quali sono questi temi così importanti? Che discorsi! L’economia, l’inflazione, il lavoro… insomma la pagnotta. Come se tutti noi facessimo parte del popolo-bue che non chiede altro che pane o, al limite, le brioches. Chi è che cerca di convincerci di questa evidente falsità? Ma come? È la cosiddetta sinistra da passeggio e i suoi neofiti epigoni improvvisati che, ormai orbati, oltre ad averci scippato i sogni da decenni, s’arrampicano sugli specchi sperticandosi nell’elogio delle magnifiche sorti e progressive del PNRR, del reddito di cittadinanza, dei diritti individuali o, peggio ancora, del superbonus per le ville dei ricconi. E, sia

VIAGGIO ALLE ORIGINI DELLA DISUGUAGLIANZA

  Come promesso continua la collaborazione con SILDENEPRO, l’artista ribelle. Con questo “articolo” inizia una riflessione fantasmatica sulle origini della diseguaglianza, Be beee boo boop a Lula...   VIAGGIO ALLE ORIGINI DELLA DISUGUAGLIANZA                     dedicato al vecchio Jean-Jacques Rousseau, dal suo giovane amico imberbe Sildenepparepar   Emmanuel Carrère, ha fatto un bel film... Juliette Binoche, la scritttrice Marianne che scrive un libro sulle donne di pulizia, fingendo di esserlo e condividendone l'esperienza, quando un amico involontariamente sul traghetto dov'è rimasta intrappolata con due amiche, rivela la sua intenzione di scrivere questo libro, smascherandola all'amica... beh! torniamo indietro... i primi dieci minuti, volevo uscire: come sopportare il disgusto? la violenza la brutalità dello sfruttamento della precarietà... infatti, un mio amico ha detto: cazzo! altro che terrorismo islamico... questi funzionari del nuovo miserabile status q

UN INCUBO

Da lontano… vedo un Vecchio! S’avvicinava. In principio non riuscivo a vedere bene. C’era nebbia. Vedevo solo una figura appena accennata che arrancava faticosamente. Poi, mano a mano, l’ho vista meglio. Chi era? Davanti a me quella figura si precisava. Era alta, con una tunica che gli arrivava fino ai piedi. Scalzi. Una volta quella tunica, mi son detto, doveva essere stata bianca ma ora era tutta impiastricciata di sangue e d’olio di motore. Il Vecchio sembrava più alto del normale anche se piegato malamente dal peso degli anni che si portava addosso. Camminava con passi trascinati e incerti. Sembrava uno scheletro. Con la pelle che, a brandelli, si staccava dalle ossa. A quel Vecchio gli è rimasto poco tempo da campare, subito ho pensato. L’ho guardato meglio. Portava capelli lunghi e bianchi che gli arrivavano sulle spalle ma sfilacciati e lerci come una latrina. E sicuramente erano pieni di pidocchi! Il suo volto metteva paura. Le occhiaie gli calavano sulle guance. Il naso era sc

QUEL RITIRARSI DELLE PAROLE

  Riportiamo un articolo di LUCIANA CASTELLINA pubblicato su Il Manifesto   I nostri padri hanno parlato e straparlato. Allora si fumava, tutti e ovunque, e intanto si discuteva, ci si scontrava, si litigava; e però si inventava anche un mondo diverso. Perché ciascuno aveva un'idea che pensava (o pretendeva) fosse possibile condividere, renderla comune in nome di un soggetto collettivo che avrebbe potuto trasformarla in concrete conquiste. Poi, si sono ammutoliti. Perché ciascuno ha preso a pensare solo a sé stesso, e per rivolgersi a sé quando non si ha più voglia di rivolgersi all'altro, parlare non serve. Non viene più voglia di farlo neppure con i propri figli. E, in definitiva, nemmeno con sé stesso. Questo il punto da cui parte l'ultimo libro - Il silenzio del noi (Mimesis, pp. 90, euro 8) - di Niccolò Nisivoccia. Come è arrivato questo silenzio, quando e perché? Quando - scrive - i nostri padri, la generazione precedente a quelle giovani di oggi, hanno smesso di int