NOI chi siamo?
NOI NON
SIAMO!
Per prima cosa NOI NON siamo IO.
NON siamo
la peste di questo tempo: NON siamo l’individuo. NON siamo disconnessi né dagli
altri né dall’ambiente in cui viviamo. NOI esistiamo solo in relazione con gli
altri perché è così che si nega l’IO e ci si riconosce comunità. NON siamo
atomi isolati che girano nello spazio di prigione che ci è dato. NON abbiamo né
meriti né talenti, NON siamo concorrenti. NON siamo l’uno ma multipli dell’uno.
Pertanto NOI siamo NOI, un pro/nome collettivo. Nel N[O/I] c’è un IO
all’incontrario e davanti un NO.
In secondo luogo NOI NON siamo “tutti uguali”.
NON siamo
sulla stessa barca, NON amiamo l’idea falsa di “umanità”. NON siamo per la
media aritmetica ma per la divisione. NON amiamo stare in mezzo perché siamo
una parte. NON ci piace l’inno nazionale. NON restiamo nell’ordine ma
navighiamo nel disordine, NON crediamo nella continuità perché lavoriamo per la
rottura, la rottura di quest’ordine/disordine di cui anche noi facciamo parte.
NON ci piace la mediazione ma adoriamo la contraddizione.
In terzo luogo a NOI NON piace la “bontà”.
NOI NON
siamo buoni. NON amiamo la carità ma pratichiamo la solidarietà con quelli come
noi. NOI NON ci genuflettiamo al cospetto dell’idea astratta dell’AMORE ma disobbediamo,
si perché è nella disobbedienza che c’è la vera fratellanza. È il rifiuto il motore
del cambiamento. NON ci piace l’indulgenza, NON vogliamo la comprensione, NOI
NON siamo “poveri coglioni”! NON siamo esenti dal peccato. NON andremo in
Paradiso perché il nostro Dio è la rabbia che ci fa muovere il cervello, la
rabbia contro la stupidità che nega la verità. NON ci basta conoscere ma
vogliamo capire, capire dove sta l’inganno, inganno/malattia di cui talvolta
sospettiamo d’esser vittime anche NOI.
In quarto luogo NOI NON vogliamo essere “gentili”.
NON ci
piacciono le buone maniere bensì lo “sgarbo” che è padre fertile di verità. NON
ci piacciono le parole sussurrate perché sminuiscono la realtà. NON ci
piacciono i buongiorno i buonasera i come sta quando dietro c’è solo falsità,
siamo per lo spirito irriverente. NON ci piace la liturgia come rito
rinsecchito ma, con Artaud, crediamo in quella della parola che scardina la
menzogna, NON ci piace la conciliazione perché diciamo quello che ci va. NON ci
piace l’adattamento perché non ci fa cambiare il mondo da come sta.
In quinto luogo a NOI NON piace la menzogna.
NON
sopportiamo l’imbroglio, l’inganno, la falsità. NON vogliamo essere complici di
chi maschera la realtà, noi siamo per la ricerca di verità. NON ci piace la certezza
ma coltiviamo il dubbio, perché è sofferenza, tormento, disponibilità. NON ci
piace stare a occhi chiusi ma guardare un po’ più in là.
In sesto luogo a NOI NON piace l’omologazione.
NON
riconosciamo un lento divenire ma l’intoppo, l’inciampo, la crisi, la catastrofe.
NON vogliamo il tutto uguale, NON ci piace il grigio bensì il colore. NON ci
piace la semplicità perché il mondo è della complessità. NON siamo per la ripetizione
ma per la sperimentazione, l’azzardo, il ribaltamento. NON abbiamo paura della
diversità e amiamo il coraggio della ricerca e la felicità della scoperta. NON
ci piace la noia ma, con Spinoza, pretendiamo la gioia.
In settimo luogo NOI NON vogliamo essere digitali.
NON ci
piace la rete e, soprattutto, NON ci piacciono i suoi padroni, scegliamo
d’essere analogici. NON veneriamo lo smartphone, il tablet, la televisione, ma
usiamo la carta, la gomma e la matita. NON ci piace il secolo che viviamo e ci
appelliamo agli insegnamenti della Storia. NON vogliamo tornare al passato ma
abbracciamo l’arroganza del futuro.
Per ultimo NOI NON siamo “intellettuali da salotto”.
NON ci
piacciono i salotti e nemmeno le camere i tinelli e le cucine, vogliamo stare nella
strada e vivere l’agorà. NON ci piace l’accademia, vogliamo mettere le mani
nella merda. NON ci piace solo pensare, vogliamo stare con la gente. NON ci
piace la conventicola autoreferenziale ma vogliamo discutere con chi ci sta.
NON ci piace la sterile iniziativa individuale, l’autocompiacimento personale,
parlare del niente, autoassolversi e mettersi a posto la coscienza, ma vogliamo
essere espressione d’una comunità conflittuale. NON siamo per l’arte che ha
come fine l’intrattenimento spensierato o l’adeguamento alle leggi di mercato
bensì urliamo, con Socrate, che torni a essere il “perturbante”, capace quindi
di sconvolgere le coscienze. NON ci piace stare a guardare bensì adottare
pratiche per sabotare l’attuale produzione dell’industria culturale. NON ci
piace insegnare bensì imparare dalla prassi del cambiamento. NON ci piace
sbrodolare le parole perché poche sono sufficienti. Infine NON ci piace la
legalità del Capitale e pertanto vogliamo essere “clandestini”.
E allora
NOI chi siamo?
Siamo la
CRITICA.
Siamo
NESSUNO.
Siamo
l’ODISSEO che parte per capire che sarà.
Il nostro
percorso è di felicità.
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